7. Non c’è luogo che sia straniero all’uomo

Ho accompagnato una classe di liceo classico nel parco Archeologico di Carsulae, non perché fossi un’esperta, né penso di essere particolarmente brillante, ma semplicemente c’ero solo io a poterlo fare, in quel momento.

Come al mio solito, però, ci ho messo cuore e passione, perché ne sono piena (ed anche ansia, che ho scoperto essere una fedele compagna di viaggio).

Ho studiato molto, ho ripetuto ad alta voce più volte, come prima di ogni esame.

Poi ho tirato fuori un po’ della mia esperienza, cose già sperimentate, e molta voglia di sperimentare.

Ne è venuto fuori un viaggio indietro nel tempo, sensoriale, fatto di nozioni di storia, sensazioni, emozioni.

La via Flaminia, chiudete gli occhi, sentite i carri che sferragliano? Ora apriteli, ecco il segno che hanno lasciato le ruote, sembra fresco, appena percorso.

Queste potrebbero essere state delle tabernae, si vendeva cibo, sentite mercanteggiare?

Queste potrebbero essere state le mura di edifici residenziali, quasi motel ante litteram, fateci un giro dentro, immaginate.

La piazza del foro, la immaginate pavimentata di colori e tutto intorno un colonnato? Chiudete gli occhi, le sentite le voci?

L’anfiteatro, sentite le grida dei gladiatori, i versi selvaggi di animali feroci, le urla divertite del pubblico che di questi giochi era spettatore?

Al teatro, tocca a voi.

Ne ho fatti salire sul palco alcuni e gli ho fatto leggere parti della lettera di Seneca in esilio, alla madre lontana.

Consolatio ad Helviam

Perciò, di buon animo e fieri, affrettiamoci con passo fermo dovunque la sorte ci spinga. Percorriamo tutta la terra, non vi sarà nessun esilio; infatti al mondo non c’è luogo che sia straniero all’uomo. Da ogni parte, egualmente, si può volgere lo sguardo al cielo; la distanza che separa l’uomo da Dio, è sempre la stessa.

L’emozione del palco, di recitare davanti a un pubblico, le parole commoventi di Seneca hanno fatto il resto.

A fine visita ero stremata, e i ragazzi contenti, raramente sono arrivata alle due ore di accompagnamento senza mai vedere una traccia di noia nei volti di chi accompagnavo. Non sono stata brava io, è Carsulae che conserva ancora intatta la magia del suo passato.

PS: la visita didattica era incentrata sui viaggi e sulle migrazioni, si chiamava “Da ogni parte egualmente si può volgere lo sguardo al cielo”, come una frase della stessa lettera di Seneca. La visita parla di immigrati, luoghi, appartenenze, lo stesso cielo, per tutti; è stata ideata in tutti i suoi aspetti dall’allora coordinatrice di Carsulae, dott. Manila Cruciani, garbo, delicatezza, riservatezza impenetrabile, un pozzo senza fondo di conoscenze e amore per Carsulae.

Otto. Soglie

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